Il gesto della donna che è intervenuta a difesa di 4 ragazze aggredite e vittime di frasi omofobe ad una festa di paese.
Si chiama Chiara Piccoli ed è una insegnante di storia e filosofia. La donna è l’eroina della festa di paese andata in scena qualche giorno fa alle porte di Pavia quando un uomo, un 47enne, aveva aggredito verbalmente e fisicamente quattro ragazze appellandole come “lesbiche di mer*a“. A La Stampa, la donna ha spiegato cosa l’abbia spinta a difendere le giovani e anche le conseguenze che il suo intervento ha avuto.
La donna “eroina” alla festa di paese: il racconto
L’unica ad intervenire e a prendersi “le botte”. Quanto accaduto ad una festa di paese a Cava Manara con l’aggressione da parte di un uomo verso quattro adolescenti ha dell’incredibile. Un 47enne aveva inveito con forza, a toni chiaramente omofobi, verso delle giovani tra i 12 e i 15 anni appellandole come “lesbiche di mer*a” e minacciando di ucciderle. Sputi e spintoni per loro davanti a tutti, o quasi. i presenti, rimasti fermi.
Solo Chiara Piccoli ha deciso di mettersi tra le ragazze e il violento aggressore, prendendo a sua volta diversi colpi. “Sono orgogliosa di ciò che ho fatto. Lo dico da madre, da insegnante e da persona che si batte per i diritti Lgbtq+”, ha detto la donna ricordando appunto il suo intervento e le motivazioni che l’hanno spinta a difendere le ragazze.
“[…] Mi sono accorta che c’erano quattro ragazzine che avrebbero potuto avere all’incirca l’età delle mie alunne o di mia figlia più grande che cercavano di fuggire da un uomo. Questo tizio le stava spintonando e insultando con frasi omofobe. Io non lo conoscevo, mai visto prima. Se l’è presa con me soltanto perché mi sono messa in mezzo”.
Le conseguenze sono state un bel pugno in faccia: “Dopo essere caduta sono stata avvicinata da un gruppo di ragazzi che ha chiamato la Protezione civile e la polizia municipale. Contemporaneamente io ho telefonato al 112. Solo a quel punto alcuni signori hanno accerchiato il mio aggressore e l’hanno tenuto fermo in attesa dell’arrivo dei carabinieri. Spero che anche i famigliari delle ragazze siano andati in caserma e che al più presto vengano fatti tutti gli accertamenti del caso anche da parte della procura”.